lunedì 30 gennaio 2017
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO ARTICOLO DA : BLOG DI ADCUBERTINELLI
domenica 29 gennaio 2017
Aldo Milani: La solidarietà della ALLCA-CUB
Apparati dello Stato assieme ai mezzi di informazione hanno voluto attaccare le lotte che hanno più inciso negli ultimi tempi, le lotte della logistica, mobilitazioni che hanno dato più di un grattacapo ai padroni.
Con il passare del tempo la verità sta venendo a galla: risulta sempre più un tranello per fermare chi non è in vendita e non disponibile a fermarsi di fronte all' attacco padronale.
Esprimiamo la nostra piena solidarietà e ci impegniamo a sostenerli in questa vertenza.
martedì 17 gennaio 2017
8 marzo: Appello a tutti i sindacati!
Appello a tutti i sindacati confederali, di base e autonomi: l'8 Marzo
fermiamo il mondo per dire no alla violenza maschile sulle donne
Siamo le donne che hanno costruito la grande mobilitazione nazionale
dello scorso 26-27 novembre che ha visto scendere in piazza più di
duecentomila persone.
Con lo slogan Non Una di Meno ci siamo rimesse in marcia contro la
violenza maschile sulle donne insieme a tutt* coloro che hanno
riconosciuto questa lotta imprescindibile per la trasformazione radicale
dell'esistente.
La manifestazione ha ribadito che la violenza è un problema strutturale
delle nostre società e agisce in ogni ambito della nostra vita. Il
femminicidio è la punta dell'iceberg, l'epilogo tragico di una catena di
discorsi e atti, simbolici e concreti, che dalla casa al posto di
lavoro, dalla scuola all'università, negli ospedali e sui giornali, nei
tribunali e nello spazio pubblico tende ad annientarci.
Sappiamo come la violenza sulle donne si esprime in una molteplicità di
agiti/piani: nella disparità salariale; nelle tante discriminazioni sui
posti di lavoro, nei luoghi della formazione e della ricerca; nello
sfruttamento del lavoro domestico e di cura, sottopagato e gratuito; nel
ricatto della precarietà; nella privatizzazione della salute e dei
servizi; nella negazione della libertà di scelta e
dell'autodeterminazione, nella violenza ostetrica e medica,
nell'obiezione di coscienza dilagante, nella squalificazione del nostro
ruolo e della nostra dignità.
Ma siamo altrettanto consapevoli - e dobbiamo farlo capire a molti - del
peso che le donne, più della metà della popolazione mondiale, hanno nei
processi economici, sociali,culturali, produttivi e riproduttivi, e
della forza di mobilitazione trasformativa che possono esprimere e
stanno esprimendo in tutto il mondo.
Le giornate del 26 e 27 Novembre sono state solo l’inizio di un percorso
di lotta, di elaborazione, di trasformazione, dunque, perché sentiamo
fortemente il bisogno che tutto questo non rimanga sul piano
esclusivamente simbolico.
Per questo abbiamo fatto nostro l'appello delle donne argentine alla
costruzione di uno SCIOPERO INTERNZIONALE DELLE DONNE PER IL PROSSIMO 8
MARZO. Una giornata in cui rivendicare la nostra forza agendo la nostra
sottrazione/astensione da ogni funzione produttiva e riproduttiva che ci
riguardi.
Si tratta di un esperimento inedito in Italia che ha come riferimenti
più prossimi gli scioperi delle donne argentine e polacche dei mesi
scorsi. E' una sfida che lanciamo per rimettere al centro, dopo il 26 e
il 27 novembre, il protagonismo delle donne contro la violenza
psicologica, fisica, sociale, economica, politica e culturale, perché
“Se le nostre vite non valgono, allora ci fermiamo”.
Chiediamo, quindi, a tutti i sindacati confederali, di base e autonomi,
in particolare a tutti quelli che hanno aderito alle giornate del 26 e
del 27 Novembre, di mettersi al serviziodella mobilitazione delle donne
e di indire lo sciopero generale per la giornata dell'8 Marzo 2017,
essere strumento utile allo sciopero e non ostacolo all'adesione delle
lavoratrici e di tutt* coloro intendano partecipare a questa nuova
giornata di lotta per la nostra autodeterminazione.
Non Una Di Meno
www.nonunadimeno.wordpress.com
@nonunadimeno
Fb: NON UNA DI MENO
domenica 15 gennaio 2017
CONTRO LA BUONA SCUOLA E I PRESIDI TIRANNI!
VIA LA LEGGE 107 (“BUONA SCUOLA”)!
Per mandare adesioni o comunicati di solidarietà: cubmodena@
sabato 14 gennaio 2017
venerdì 13 gennaio 2017
lunedì 9 gennaio 2017
Gaetano Pini: il comunicato stampa della Flaica-Cub Milano
L’OSPEDALE GAETANO PINI TAGLIA LE PULIZIE E LA MENSA PER I PAZIENTI: RISCHIO BLOCCO DI VARI SERVIZI OSPEDALIERI!
IL 10 E 11 GENNAIO I LAVORATORI SCIOPERANO!
Da vari mesi più di un centinaio di lavoratori degli appalti di pulizia e refezione dell’ospedale milanese Gaetano Pini stanno lottando per impedire un consistente taglio delle loro ore di lavoro, e quindi dei loro salari.
Dopo 3 scioperi, varie altre mobilitazioni e incontri con le controparti interessate, tra cui anche la Regione Lombardia, la nuova direzione ospedaliera ha deciso di non estendere, per il 2017, le risorse necessarie ad evitare il taglio.
Si tratta di circa 400.000 €, per vari anni garantiti dai precedenti vertici dell’azienda ospedaliera con un estensione annuale del quinto d’obbligo che nel 2014, e rinnovata negli anni successi, aveva consentito, praticamente, di dimezzare una riduzione del 35% dei servizi, dovuta alla decurtazione di risorse economiche all’ospedale disposta dalla Spending Review del Governo Monti.
A fronte di una nuova riduzione dei fondi all’ospedale, dell’importo di circa 1,2 mln, per il 2017, i nuovi direttori hanno deciso di risparmiare sugli appalti riproponendo, nei fatti, quel taglio che era stato considerato insostenibile in passato, in quanto non avrebbe consentito di mantenere i necessari standard qualitativi di un ospedale pubblico.
I lavoratori, quindi, si vedranno ridurre del 20% i salari (dopo la riduzione del 15% nel 2014) e, dato che oggi guadagnano in media 600 – 700 € al mese, significherà mettere in difficoltà economica intere famiglie.
Il Gaetano Pini, invece, diventerà un ospedale sporco, e non più in grado di garantire alcuni servizi: per esempio, mancando una corretta pulizia asettica, si rischia il blocco della sala operatoria!
Contro questa situazione causata dalla irresponsabilità dei nostri governanti e dei vertici dell’azienda ospedaliera, i lavoratori e il sindacato FlaicaUniti – CUB hanno dichiarato altre due giornate di sciopero per il 10 e 11 gennaio 2017.
Martedì 10, dalle ore 9,00, i lavoratori saranno in presidio davanti all’ospedale in via Gaetano Pini, 1.
Federazione Lavoratori Agro - Industria Commercio e Affini Uniti prov. di Milano
NO ALLA VIOLENZA MASCHILISTA - Sullo stupro di gruppo di Parma
Questo testo, redatto dalla Commissione Lavoro Donne del PdAC, oltre ad avere il coraggio di dipanare la coltre omertosa del maschilismo, che fin troppo spesso ha avvolto i cosiddetti "compagni", ha il merito di smuovere le coscienze e di offrire una sponda culturale sicura per tutte le donne che subiscono la violenza maschilista. Con queste poche parole ci associamo alle compagne del PdAC per rendere un po' più forte questa sponda.
Alla logica dei panni sporchi da lavare in famiglia noi gridiamo forte e chiaro che CHI VIOLENTA LE DONNE NON FA PARTE DELLA NOSTRA FAMIGLIA!
Testo a cura della Commissione Lavoro Donne del Partito d'Alternativa Comunista
A lei esprimiamo tutta la nostra solidarietà di donne rivoluzionarie, sperando di darle abbastanza forza per proseguire questa battaglia condotta silenziosamente e in solitudine per tanti anni (i fatti risalgono al 2010) ed emersa per cause non ascrivibili alla ragazza (nel 2013 a seguito di una indagine per altri fatti).
Non deve scandalizzare che abbia percorso, più o meno volontariamente, la via della magistratura borghese per tutelarsi: non bisogna confondere infatti il ricorso alla magistratura borghese per la tutela dei diritti democratici, siano essi individuali o collettivi, con le divergenze politiche le cui risoluzioni trovano spazio in altri luoghi. Con l’ignobile pretesto di non denunciare agli organismi giudiziari borghesi quelli che sono stati chiamati “compagni”, alla giovane donna è stato chiesto di tacere e tutti hanno taciuto su un efferato atto di violenza maschilista: insomma, la scelta è stata quella di difendere “l’immagine” del movimento nel suo complesso anziché prendere la distanza da chi ha offeso il movimento stesso con i suoi atti violenti, piuttosto che denunciare uno stupro e manifestare solidarietà ad una donna, una compagna offesa nel più crudele dei modi.
Oggi ci sono in quell’area politica persone, uomini e donne, che, non comprendendo il problema del maschilismo nella nostra società, non comprendono la gravità di quanto accaduto, ma continuano ostinatamente a coltivare omertà e conformismo alla peggior moralismo borghese. Ciò nasce dall’idea illusoria e sbagliata che ci possano essere spazi in questo sistema immuni dai mali connaturati al capitalismo: il maschilismo così come l’omofobia o il razzismo, sono parte del sistema in cui nasciamo, cresciamo e veniamo educati. Il maschilismo non è una condotta individuale adottata da alcuni uomini e da altri no, ma un’ideologia utilizzata nell’odierno sistema capitalista per giustificare l’oppressione delle donne, soprattutto ricorrendo ad alcuni stereotipi trasmessi dalla scuola, dalla famiglia, dalla religione, attraverso i mezzi di comunicazione e da tutte le istituzioni. Non è sufficiente dichiararsene immuni o apporre una targa su un luogo per allontanarli.
Va condotta invece una battaglia quotidiana e costante che permetta di affrontarli con gli strumenti a disposizione da compagni e compagne insieme, attraverso la formazione, attraverso la denuncia politica, attraverso l’intolleranza anche del più piccolo gesto o atto. Gli uomini lavoratori che praticano atti di maschilismo e difendono quest’ideologia finiscono, più o meno consapevolmente, per difendere i padroni. Quando un lavoratore smette di praticare atti maschilisti ed assume le rivendicazioni contro l’oppressione femminile, indebolisce l’obiettivo dei padroni di dividere per sfruttare. Ad ogni diritto che è strappato alle donne, è commesso un sopruso in più ai danni dei diritti di tutti i lavoratori.
In questo, riteniamo, si trova il presupposto per la vera solidarietà di classe: una battaglia di uomini e donne della classe lavoratrice, disoccupati, immigrati, studenti, uniti per sconfiggere il capitalismo con tutte le sue forme di oppressione e di sfruttamento. Le condizioni materiali di una società basata sul profitto e sullo sfruttamento della maggioranza dell’umanità causano l’oppressione femminile, che nessuna ideologia ugualitaria, nessuna propaganda, nessun progetto solidale potranno mai superare. L'emancipazione della donna dalla violenza e dalla doppia oppressione capitalista non potrà vedere la luce se non attraverso la lotta che pone al centro la questione operaia: l'emancipazione della donna e l'emancipazione della classe operaia vanno di pari passo, non si possono realizzare se non insieme, attraverso una lotta che ha per obiettivo la rivoluzione della classe del proletariato.