domenica 22 novembre 2015

Roche cede il sito produttivo di Segrate. ALLCA CUB: TUTELARE OCCUPAZIONE E DIRITTI !

Nei giorni 12 e 13 novembre la direzione aziendale Roche ha comunicato ai dipendenti la decisione di vendere a terzi alcuni dei siti produttivi di fabbricazione di piccole molecole (farmaci galenici maturi), tra cui lo stabilimento di Segrate, insieme ai siti in Irlanda, Spagna e Stati Uniti.
Roche conferma il suo interesse a farmaci biotecnologici per terapie mirate e prodotte in volumi minori.
Roche presente in Italia a Milano dal 1897 e da circa di 17 anni a Segrate con il sito produttivo ha deciso di lasciare l’Italia come attività produttive.
I galenici saranno prodotti solo in Svizzera, Cina e Brasile dove la legislazione incredibilmente e per fortuna dei lavoratori dei suddetti paesi sono tutelati molto di più che nei paesi della Comunità Europea. Nel mentre, Roche investirà circa 280 milioni di euro nella fabbrica di Kaiseraugst (Svizzera), dove svilupperà e produrrà una nuova generazione di farmaci appoggiandosi sempre su piccole molecole.
L'operazione prenderà avvio nel 2016 e dovrebbe essere ultimata entro il 2021.
I costi della ristrutturazione sono valutati in circa 1.500 milioni di euro.
L’azionista è sempre più teso alla massimizzazione dei suoi profitti; Roche non è estranea a questo modo di fare impresa. Con grande rapidità, si è trasformata dal classico ruolo “paternalistico” (insieme di complessi rapporti sociali tra proprietari, dirigenti, dipendenti, fornitori, comunità locali) a una concezione contrattualistica, come si dimostra con la decisione della messa in vendita.
La continua richiesta della flessibilità del capitale internazionale, sempre più in competizione al raggiungimento di rendimenti maggiori, ha determinato una concezione di fare impresa orientata alla finanza e non alla produzione.
Per cui se una determinata parte contraente non soddisfa più certe esigenze di rendimento, quel contratto può essere eliminato e sostituito con un altro.
Questo vuol dire che le imprese non hanno più alcun interesse ad essere localizzate in un determinato luogo, città o nazione. La componente finanziaria diventa predominante anche nell’organizzazione della produzione, perché ciò che conta è il rendimento collegato al contratto.
La mobilità del capitale finanziario comporta flessibilità del lavoro: se il rendimento di un impianto o di un insieme di servizi, o di una unità produttiva, che di per sé può anche andare bene, ma sembra rendere meno in termini comparati rispetto ad un’altra che opera nello stesso paese o altrove nel mondo, quell’unità viene semplicemente venduta o chiusa, i lavoratori licenziati, dismessi, spinti al prepensionamento.
Queste operazioni non sono mai indolori per i lavoratori e per questo la CUB propone di mobilitarsi per difendere l’occupazione e i diritti acquisiti.

ALLCA CUB, Novembre 2015

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