In questi
giorni assistiamo ad un crescendo di dichiarazioni, attraverso gli organi
d’informazione locali e nazionali, sui gravissimi fatti che sembra siano
accaduti alla casa di riposo per persone non autosufficienti Ipab-San Camillo di Vicenza, in particolare
sul video diffuso nel web che mostrava vermi fra le bende con cui era stato
medicato un ospite dell’Ipab San Camillo , conseguenza di ipotesi di gravi
carenze organizzative e di assistenza.
E’
passato un anno da quando il Coordinamento No Austerity ha portato la sua
solidarietà alla lotta dei lavoratori, ma soprattutto delle lavoratrici,
dell'Ipab-San
Camillo che avevano dato vita ad accese manifestazioni di protesta che si erano espletate anche con l’ occupazione della casa di riposo nella mattinata del 13 ottobre 2014.
Camillo che avevano dato vita ad accese manifestazioni di protesta che si erano espletate anche con l’ occupazione della casa di riposo nella mattinata del 13 ottobre 2014.
Le lavoratrici,
organizzate dal sindacato Usb (Unione sindacale di base) di Vicenza avevano
anche bloccato l’entrata ai dirigenti
delle cooperative che gestivano la struttura: la vecchia cooperativa (Codess) e
la nuova cooperativa (Bramasole), che aveva vinto l’appalto con un notevole
ribasso e aveva chiesto subito un
ridimensionamento dell’orario di lavoro. “Ci vogliono rendere schiavi, con
contratti da sfruttamento” avevano dichiarato le lavoratrici, in gran parte
immigrate, provenienti da diversi Paesi. Il sindacato denunciava che la cooperativa aveva vinto grazie ad un ribasso di vari milioni e
che si voleva risparmiare sulla pelle delle lavoratrici alle quali era
stato imposto un contratto che riduceva l’orario di lavoro da 38 a 25 ore
settimanali e riduceva il salario di circa 400 euro. Inoltre il sindacato
affermava che la Bramasole voleva fosse firmato un contratto che imponeva
straordinari settimanali fino al 50% delle ore, non retribuiti e calcolati come
banca ore, senza malattia e senza maternità. Le settimane precedenti alle
mobilitazioni avevano fatto sentire la propria voce anche i familiari degli
anziani ricoverati; il comitato ospiti e famigliari dell' Ipab Vicenza,
infatti, si era riunito in assemblea e aveva diramato un
comunicato in cui annunciava la possibilità di “azioni che potrebbero
estrinsecarsi nella richiesta in massa di cambio reparto all’interno di Ipab,
al blocco nel pagamento delle rette o, nel peggiore dei casi, nella valutazione
circa la convenienza o meno di continuare ad usufruire di tali servizi presso
Ipab di Vicenza”.
Ma,
nonostante la lotta determinata, in accordo con i loro rappresentanti
sindacali, le lavoratrici hanno deciso di firmare il contratto in seguito alle
forti pressioni e, soprattutto, alla paura di essere licenziate e, di
conseguenza, per diverse di loro, di perdere il permesso di soggiorno. Da segnalare, inoltre, che sono state
comunque ottenuti, nel contratto, importanti riconoscimenti prima non
contemplati riguardanti la maternità, le ferie e gli straordinari. Il contratto
firmato dalle lavoratrici, pur essendo, a nostra avviso, ancora un contratto di sfruttamento, è molto
diverso da quello inizialmente imposto dalla Bramasole, prima della lotta.
Quello
che ci interessa far emergere, ad un anno d distanza e in seguito ai gravi fatti
ipotizzati e di cui si parla in questi
giorni, è che la lotta di questi lavoratori, però, non puntava solo a migliori
condizioni contrattuali ma anche ad una migliore qualità del servizio rivolto
agli anziani. Soprattutto le lavoratrici, allora, manifestavano la loro
preoccupazione per la qualità del servizio che poteva essere garantita solo con
una presenza degli operatori non ridotta all’osso.
Il Coordinamento No Austerity, come un anno fa, esprime
anche oggi la solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici del San Camillo,
agli ospiti e alle famiglie della Casa di riposo e auspica che le pesanti responsabilità di
quanto potrebbe essere successo non siano scaricate, come spesso accade, sui
lavoratori e sulle loro organizzazioni sindacali, come alcune dichiarazioni
apparse recentemente sulla stampa ci sembra facciano intendere.
Patrizia
Cammarata
Coordinamento
No Austerity Vicenza
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