lunedì 7 settembre 2015

IL SI.COBAS NON FIRMA L’ACCORDO SULLA RAPPRESENTANZA SINDACALE

Si Cobas Lavoratori Autorganizzati


Il testo unico sulla rappresentanza, giunto a compimento nel gennaio 2014, con il pieno appoggio delle segreterie confederali di CGIL-CISL-UIL, rappresenta un ulteriore passaggio politico del fronte capitalista che mira ad arginare gli spazi di espressione della classe lavoratrice sul terreno sindacale e politico all'interno dei luoghi di lavoro

L'accordo sancisce infatti un monopolio pressoché assoluto dei sindacati maggiormente rappresentativi sia rispetto al "diritto di contrattazione", sia rispetto alla "conformazione di rappresentanze sindacali" interne ai luoghi di lavoro e soprattutto impedisce a chi lo accetta di portare avanti iniziative se non si ha la maggioranza dei lavoratori pena l'essere messi fuori gioco con conseguenze anche dal punto di vista disciplinare e pecunario.

A fronte di una crisi economica che si approfondisce sempre di più , la Confindustria, con l'inerposta persona dei sindacati confederali,riesce così a imporre, da un punto di vista legale e borghese, un maggior controllo del movimento operaio e della sua capacità di contrapporsi ai piani di austerità richiesti dai capitalisti su scala internazionale, per salvaguardare cosi' le residue possibilità di rilanciare l'accumulazione capitalista assicurarandosi il "silenzio" dei proletari attraverso un controllo stretto delle loro forme indipendenti di espressione sindacale e politica.

La costruzione del SI.Cobas e la questione dei delegati operai:

Il Si.Cobas nasce come rottura nei confronti dell'atteggiamento e posizioni opportuniste che erano maturate nello SLAI Cobas e sulla spinta dei settori più sfruttati della classe operaia ( settore della logistica) per cercare un'alternativa allo sfruttamento incondizionato a cui sono stati sottoposti, in particolare attraverso un regime di neo-caporalato rappresentato dalle (finte) cooperative.

L'azione sindacale condotta negli ultimi 5 anni non ha avuto bisogno del riconoscimento formale del nemico di classe per esrimersi ed essere riconosciuta ma, piuttosto, ha imposto con la lotta condizioni migliori economiche e normative a partire dal rispetto del CCNL di categoria, (al di là della sua sostanziale inadeguatezza economica rispetto al fabbisogno medio operaio) fino ad imporre ai maggior committenti della logistica un accordo che ha stravolto le posizioni espresse da CGIL, CISL e UIL negli accordi del settore. Definendo, in tal modo, degli elementi che sono un baluardo di difesa economica collettiva, e di organizzazione di massa.
Un'azione diretta e indipendente della classe lavoratrice, che non è passata in alcun modo, attraverso il ricatto del riconoscimento formale dei padroni e che, in alternativa, ha imposto il ruolo dei delegati a livello aziendale come necessari e insostituibili punti di riferimento in quanto elementi più decisi e riconosciuti dagli operai per attuare contrattazione aziendale e nazionale.

In altre parole, la nostra esperienza diretta non ha mai fatto perno sulla costituzione delle cosiddette RSU (di per sé affermatesi attraverso un meccanismo elettorale mutuato dalle logiche degli accordi confederali espressione delle politiche borghesi) per puntare, in alternativa, a designare delegati rappresentativi della lotta concreta, possibilmente andando oltre il livello aziendale, facendo riferimento ad una dimensione più complessiva e generale della lotta di classe

Nonostante questo nostro DNA, non abbiamo mai rifiutato di misurarci sul terreno della rappresentanza (qualora questa permetteva, tra mille ostacoli, ad esprimere un'attivita' piu' larga tra i lavoratori) così come si è venuto a determinare, anche da un punto di vista normativo e giuridico. Ma l'accordo sul TU ha eliminato qualsiasi spazio di agibilità sindacale, chi accetta la blindatura imposta da padroni, governo e sindacati confederali ha meno spazio di chi non aderisce per indire scioperi e rappresentare altro che la cogestione con gli interessi borghesi. Lo dimostrano gli ultimi scioperi indetti all'ATM di Milano dalla CUB e da noi stessi. Con il TU non si tratta solo di avere un progressivo adattamento delle logiche sindacali (confederali) ai piani di assoggettamento messi in atto dalla controparte , ma di una rinuncia ad aprire nei fatti un'azione dei lavoratori contro le politiche aziendali e nazionali dei padroni e dei loro governi.
Conclusioni

L'agibilità sindacale utile agli operai, in una prospettiva di trasformazione dei rapporti di forza tra le classi, non passa quindi dal riconoscimento che viene fatto dalla controparte ma è frutto di una propria iniziativa indipendente. L'agibilità sindacale non è determinata dai permessi che vengono riconosciuti ai militanti sindacali, a maggior ragione se questi sono strettamente collegati al ricatto di "non disturbare il manovratore". Pertanto l'adesione al testo sulla rappresentanza, non farebbe altro che eliminare spazi reali di agibilità a chi intende opporsi radicalmente alle politiche padronali e alle istituzioni borghesi, finendo per accettare, al contrario, di essere blindato e, ancor di più, di farsi veicolo di una cultura politica di sottomissione alle forze borghesi.

Laddove si esprimerà una forza operaia, rappresentata da settori operai(eventualmente aderenti anche ai Confederali) istintivamente contrari ad una rappresentanza formale senza potere di agire autonomamente, ci batteremo come SI Cobas per imporre l'elezione di Rsu senza accettare la mutilazione del loro agire autonomo (in una prospettiva che superi una rappresentanza di comodo per i padroni per sancire, al contrario, che il consiglio operaio é un' espressione autentica della volontà di lotta in una prospettiva anticapitalistica).

CHI AL CONTRARIO, HA SOTTOSCRITTO IL TESTO UNICO SULLA RAPPRESENTANZA DI FATTO PERSEGUE UNA POLITICA OPPORTUNISTA CHE MIRA AD UNA RAPPRESENTANZA FORMALE CHE HA COME UNICO SCOPO QUELLO DI PRESERVARE IL PROPRIO ORTICELLO E VIVACCHIARE CON QUALCHE BRICIOLA CADUTA DAL PIATTO DI CGIL-CISL-UIL-UGL.

IL FATTO CHE TALE ADESIONE VENGA PRESENTATA COME UNA SCELTA OBBLIGATA NON FA ALTRO CHE DIMOSTRARE COME DIETRO LA RETORICA ROBOANTE E BARRICADERA DI ALCUNE SIGLE "DI BASE" SI CELA UNA POLITICA RIFORMISTA E IN REALTA' UNA SFIDUCIA TOTALE NELLA CAPACITA' DEI LAVORATORI DI FAR SALTARE LE REGOLE DEL GIOCO DEI PADRONI CON LA LOTTA E L'AUTORGANIZZAZIONE.
PER NOI IL COMPITO PRINCIPALE DI UN SINDACATO DI BASE È E RESTA QUELLO DI LAVORARE AFFINCHÉ I LAVORATORI ALLARGHINO LA LORO INIZIATIVA A SOSTEGNO DI UNA POLITICA DI CLASSE, NON CERTO QUELLO DI GUADAGNARE QUALCHE PERMESSO SINDACALE, COMANDO O ADDIRITTURA ESSERE RICONOSCIUTO NEL CNEL.

SI Cobas Nazionale

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