domenica 30 agosto 2015

NO ALLA ADESIONE DI USB AL T.U. RAPPRESENTANZA - PER IL SINDACATO DI CLASSE !

Di Mariopaolo Sami

CHI SAPEVA CHE IL NOSTRO SINDACATO (USB) AVEVA ADERITO AL PROTOCOLLO D'INTESA DEL 31 MAGGIO 2013 ?

La firma al Testo Unico sulla Rappresentanza, decisa il 23 maggio dal Consiglio Nazionale Confederale, eseguita il 3 luglio, accettata da Confindustria il 30 luglio, ha scatenato una REAZIONE MOLTO POSITIVA in seno a USB, in difesa del sindacalismo di classe, contro la deriva concertativa conclamata.
Una reazione che per vigore è stata superiore a quelle passate, che non sono mancate, alla linea politica della dirigenza e ai suoi metodi di gestione del sindacato (il primo congresso di USB fu a MOZIONE UNICA, cosa nemmeno in CGIL mai successa!).
Il merito non va tanto a noi stessi, promotori della battaglia per il RITIRO DELLA FIRMA DI USB DAL TU, ma proprio alla dirigenza, sia per il merito della sua scelta – che come scritto nero su bianco da Sabatini e Palmieri comporta la VIOLAZIONE DELLO STATUTO e la DEMOLIZIONE DELLA LINEA POLITICA di USB – sia per l'inqualificabile METODO con cui si è giunti ad essa, pienamente degno dei sindacati di regime.
Ma nel corso di questa nostra cruciale battaglia – che da giugno ad oggi ci ha visto intervenire, per diffondere e sostenere il nostro documento, in varie riunioni locali (Bologna, Milano, Genova, Firenze, Napoli, Venezia, Lecco, Perugia), al coordinamento nazionale dei lavoratori del Ministero dei Beni Culturali (che ha preso una posizione contraria, purtroppo tiepidamente, all’adesione di USB al TU), nelle manifestazioni di USB scuola a Bologna e Roma, e ci ha visti organizzare due riunioni interne del nostro coordinamento di lotta a Milano e Roma – siamo giunti a scoprire un fatto ancora più grave.
USB, infatti, aveva già aderito al PROTOCOLLO D'INTESA DEL 31 MAGGIO 2013, di cui, insieme all'Accordo Interconfederale del 28 giugno 2011, il TU sulla Rappresentanza è il completamento e compimento, per unanime affermazione di Confindustria, sindacati confederali e... dirigenza USB.
L'adesione al protocollo del 31 maggio 2013 è stata confermata da Sabatini, durante la Conferenza Organizzativa della Liguria di sabato 27 giugno. Ma era già stata segnalata dal comunicato del 27 maggio con cui la Confederazione Cobas, il primo dei sindacati di base ad aver compiuto questo autentico tradimento del sindacalismo di classe, annunciava l'adesione di USB sbeffeggiando la linea di condotta fino ad allora tenuta dal nostro sindacato: “Le nuove regole su contrattazione collettiva, rappresentanza sindacale ed elezioni delle RSU contenute nei tre accordi interconfederali del 28 giugno 2011, 31 maggio 2013 e 10 gennaio 2014, i primi due peraltro sottoscritti da USB già da luglio 2013...”.
Secondo la Conf. Cobas quindi USB aveva già aderito anche all'Accordo del 28 giugno 2011! Di ciò non abbiamo ancora avuto conferma.
CHI SAPEVA NEL NOSTRO SINDACATO DI QUESTA ADESIONE/I? QUASI NESSUNO!
DA CIÒ SI TRAGGONO LE SEGUENTI CONCLUSIONI:
- il metodo utilizzato per approvare il TU, in fretta e furia, violando lo statuto (in quanto l'adesione al TU comporta il cambiamento della linea politica del sindacato e perciò poteva essere decisa solo da un congresso straordinario, non dal Consiglio Nazionale Confederale), non è stato un ERRORE ECCEZIONALE, dettato dalle circostanze, ma è una PRASSI REITERATA, in quanto nel luglio 2013 si è fatto ancora di peggio, firmando senza che nessuno ne sapesse nulla.
- tutta la lotta contro il TU sulla Rappresentanza, dalla sua firma il 10 gennaio 2014 fino a maggio 2015, era condotta da una dirigenza evidentemente pronta fin dall'inizio a tradirla per saltare sul carro del sindacalismo concertativo, viste le firme dei due accordi precedenti.
- l'affermazione contenuta nel ricorso alla magistratura civile di USB del 19 marzo 2014 contro il TU Rappresentanza - “ADERIRE ALLE PARTI III, IV E ALLE CLAUSOLE FINALI [del Testo Unico sulla Rappresentanza] COMPORTEREBBE LA VIOLAZIONE DELLO STATUTO E IL CROLLO DELLA PROPRIA LINEA DI POLITICA SINDACALE” - è stata fatta sapendo di aver già consumato questo tradimento del sindacato firmando il Protocollo d'Intesa del 31 maggio e, probabilmente, l'Accordo Interconfederale del 28 giugno 2011.

Evidentemente si tratta di una condotta che non ammette né giustificazioni né comprensione, al punto che la reazione o meno contro di essa battendosi nel nostro sindacato si pone come discriminante fra chi è in grado di difendere il sindacalismo di classe e chi può solo servire, volente o nolente, alla sua svendita.

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