Tronchetti:
‘Rinuncio a prescrizione’. Pg: ‘Confermare condanna’
L’ex
presidente di Telecom e presidente di Pirelli ai giudici di appello per il caso
dei dossier illeciti del caso Kroll: "La considero moralmente
inaccettabile per un reato che non ho commesso e sono a disposizione dei
giudici per un eventuale esame". Il pg: "Chiara consapevolezza"
Il 17 luglio
2013 era stato condannato a un anno e 8 mesi ma il processo d’appello rischiava
di concludersi con un non luogo a procedere per intervenuta prescrizione. Oggi
l’ex presidente di Telecom e presidente di Pirelli, Marco Tronchetti Provera,
ha rinunciato alla prescrizione nell’ambito del giudizio di secondo grado sui
dossier illeciti del caso Kroll: “La considero moralmente inaccettabile per un
reato che non ho commesso e sono a disposizione dei giudici per un eventuale
esame”.
Al centro
del procedimento c’è un cd con dati raccolti dall’agenzia di investigazione
Kroll che nel 2004, quando era in corso uno scontro tra Telecom e alcuni fondi
di investimento brasiliani per il controllo di Brasil Telecom, stava portando
avanti un’attività di spionaggio nei confronti del gruppo delle
telecomunicazioni e della famiglia Tronchetti. Secondo le indagini, quei file
vennero intercettati dagli uomini di Giuliano Tavaroli, all’epoca capo della
security di Telecom, con una operazione di hackeraggio e poi fatti avere alla
segreteria di Tronchetti. Con quel materiale, l’allora numero uno di Telecom
fece denuncia sulla spionaggio alle autorità italiane e brasiliane ma, secondo
l’accusa, era consapevole della natura illecita di quei file.
Nel luglio
2013, Tronchetti è stato condannato per ricettazione con le attenuanti
generiche e la sospensione della pena, tra l’altro coperta da indulto. Il
Tribunale ha riconosciuto anche risarcimenti alle parti civili, tra cui una
provvisionale di 900 milaeuro a favore di Telecom. Lo scorso settembre, il
reato di ricettazione è caduto in prescrizione. Tra l’altro, la difesa del
presidente di Pirelli nei motivi di appello aveva già chiesto la riapertura del
dibattimento sulla base di nuove testimonianze al fine di arrivare ad una
assoluzione nel merito.
Il sostituto
Pg di Milano Felice Isnardi invece ha chiesto la conferma della condanna e che
venga respinta la richiesta della difesa di riapertura del dibattimento.
Secondo Isnardi, la sentenza di primo grado ha provato che c’è stata
ricettazione e che Tronchetti Provera era “consapevole“. Secondo l’accusa c’era
una “chiara consapevolezza” che i file raccolti dall’agenzia di investigazione
Kroll e intercettati dagli uomini di Giuliano Tavaroli erano stati carpiti
tramite “hackeraggio”. Per il sostituto Pg, il fine da parte di Tronchetti “era
capire quali erano i dati in possesso di Kroll per prendere le necessarie
contromisure nell’ambito della competizione economica per il controllo di
Brasil Telecom e ciò indipendentemente dal fatto di denunciare successivamente
lo spionaggio”. Per l’accusa, dunque, oltre alla consapevolezza ci sarebbe
stato anche il “profitto” derivante dall’attività illecita. Il magistrato ha spiegato inoltre che la
sentenza di primo grado è “completa e condivisibile” e anche che lo stesso
‘capitolò della denuncia alla magistratura “attraverso il quale la difesa punta
a riaprire il processo è già stato esaminato in primo grado”.
La difesa di
Tronchetti Provera ha chiesto l’assoluzione anche perché bisogna dire che
“questa vicenda, in primo luogo, riguarda il diritto di ogni cittadino di
rivolgersi all’autorità giudiziaria” e denunciare, cosa che ha fatto “lo stesso
dottor Tronchetti”. Secondo la difesa di Tronchetti, rappresentata dai legali
Marco De Luca e Giuseppe Lombardi, la sentenza di primo grado, infatti, “è
inaccettabile perché mistificatoria dei fatti e delle prove e nel processo ci
sono state lacune istruttorie notevoli ed evidenti”. Tanto che i difensori
hanno chiesto alla prima sezione della Corte d’Appello di Milano anche la
riapertura del dibattimento sulla base di nuove testimonianze al fine di arrivare
ad un’assoluzione nel merito. La difesa ha sottolineato, tra le altre cose,
come Tronchetti non abbia partecipato in alcun modo all’acquisizione “dei
documenti”, ossia dei file dell’agenzia investigativa Kroll intercettati dagli
uomini di Giuliano Tavaroli, ma come anzi abbia riversato quei dati “nella
denuncia all’autorità giudiziaria”. Fece denuncia, in particolare,
sull’attività di spionaggio che Kroll stava portando avanti contro Telecom e la
sua famiglia. “Non è possibile – ha concluso l’avvocato De Luca – che
costituisca un reato il rivolgersi all’autorità giudiziaria“. Nel corso
dell’udienza di oggi Tronchetti ha reso anche dichiarazioni confermando la
versione da lui fornita in primo grado e precisando che “non è stata fatta da
me alcuna denuncia che non fosse nei confronti di Kroll”. Il prossimo 11 giugno
i giudici entreranno in camera di consiglio ed usciranno o con la decisione
sulla riapertura del dibattimento o con la sentenza.
Articolo
del 17-04-15 tratto dal sito :
http://www.ilfattoquotidiano.it/
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