mercoledì 23 luglio 2014

ALLCA CUB a sostegno dello SCIOPERO in FLINT di Baranzate e Cinisello Balsamo. Le assemblee dei lavoratori unitamente alla RSU e le OO.SS. proclamano lo stato di agitazione e indice uno sciopero di 8 ore per i giorni 23 e 24 luglio.

I lavoratori non sono una merce!

39 tagli in FLINT per essere più “competitivi”...

... e la Responsabilità Sociale va a farsi fottere !

Il piano di ristrutturazione aziendale della FLINT Group Italia costa 27 riduzioni di posti di lavoro su un totale di 390 dipendenti tra operai e impiegati, più 12 lavoratori a termine sempre più invisibili da questo grave impatto sociale. Mentre i dirigenti in forza sono 24 che sull’organico complessivo contano 1 dirigente ogni 16 dipendenti.


Le strategie di ristrutturazione per il rilancio di “competitività” del management industriale è fatta di tagli da far pagare solo ai lavoratori ed evidenziano la forzatura di scelte irresponsabili.

Infatti, i risultati economici brillanti dell’ultimo bilancio al 31/12/2013, con un utile di oltre 3,4 milioni di euro, confermano la solidità dell’azienda, che ciò nonostante afferma nel comunicato aziendale divulgato prima che si tenessero le ultime Assemblee di “dolersi nel dover ridurre i posti di lavoro” per accrescere “competitività” ed incrementare margini di profitto. A tal proposito, avremmo da eccepire che una efficiente organizzazione del lavoro non si esercita attraverso tagli di posti di lavoro, bensì con investimenti per innovazione di processo e di prodotto, nonché nella forza lavoro che è il vero motore di sviluppo dell’impresa.

La limitata disponibilità aziendale nel trovare soluzioni per soli 17 dipendenti volontari, rispetto ai 27 esuberi annunciati, dispone la direzione aziendale alla creazione di un “pacchetto-incentivo” atta all’espulsione delle restanti 10 persone che occupano le posizioni di lavoro dichiarate in esubero.

Inoltre, il contenimento dei costi attraverso la politica dei tagli sulla forza lavoro di operai e impiegati e non sui dirigenti, che incidono per l’11% sul costo del personale (2.832.000 euro circa, pari a 77 lavoratori di categoria C!), non corrisponde ad una reale esigenza né soluzione. Infatti l’ultimo bilancio evidenzia che i dirigenti gravano notevolmente sui costi del personale ed inoltre il vero peso è rappresentato dai costi di gestione per servizi che ammontano a ben 22.500.000 euro annui. Tali voci che evidenziano forti sprechi, in netta contraddizione con la politica di risparmio e sviluppo dell’azienda, non sono certo responsabilità dei lavoratori e non devono essere i lavoratori a pagare per una riduzione dei costi perdendo il posto di lavoro!

L’azienda con queste scelte fa una deliberata dichiarazione di guerra ai suoi dipendenti e allo stesso tempo raccomanda di “non compromettere la reputazione del gruppo e di restare tutti uniti nel mettere in atto la sua decisione” contro i lavoratori: una ristrutturazione dolorosa per qualcuno!!!!

Bisogna pensare in termini solidaristici nell'interesse di tutti i lavoratori.
Le divisioni fra i lavoratori non pagano mai e favoriscono solo il padronato.
L'unione e la lotta pagano sempre. C'è bisogno del sostegno e dell'impegno di tutti.
Non schierarti tra i rassegnati: unisciti alla CUB, insieme possiamo fare molto!

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