domenica 16 marzo 2014

Intervista di No Austerity a Matteo Moroni (Coordinamento Cub Pirelli Bollate)

Parliamo con Matteo Moroni del Coordinamento CUB Pirelli di Bollate (Milano), in primo luogo:
1.- Come e perché è nato il vostro coordinamento?

La spinta propulsiva credo che arrivi da un malcontento – o meglio: un’incompatibilità morale – verso i sindacati confederali. Questa incompatibilità è il denominatore comune del nostro coordinamento.
Il nostro gruppo nasce per mettere in discussione le politiche concertative e autoreferenziali di CGIL, CISL e UIL.
La nostra idea di sindacato si basa sulla partecipazione, sulla democrazia e persegue le reali esigenze dei lavoratori.
Due anni fa eravamo solo in quattro, dovemmo superare un difficile periodo elettorale. Per effetto dell’accordo interconfederale del ’93 le organizzazioni sindacali non firmatarie del CCNL devono raccogliere il 5% delle firme degli aventi diritto al voto, affrontare una campagna elettorale in condizioni di svantaggio, senza diritto di indire assemblee e di affiggere comunicati nelle bacheche sindacali; il tutto per accedere ai soli due terzi della RSU (un terzo è riservato a lorsignori).
Non ci siamo persi d’animo, abbiamo affrontato un percorso tortuoso e alla fine l’abbiamo spuntata per un solo voto, nonostante vari ricorsi dei confederali, respinti dalla commissione elettorale e dal comitato dei garanti.
Oggi siamo in 21 iscritti e abbiamo un discreto seguito in fabbrica.

2.- La Pirelli è uno, tra tanti altri esempi, di azienda che licenzia e utilizza la Cassa d’Integrazione e il Contratto di Solidarietà contro i lavoratori pur avendo ricavato nell’ultimo periodo utili miliardari; quali sono le motivazioni che vi ha dato l'azienda per avviare la Cassa d'Integrazione/contratto di solidarietà?

La motivazione ufficiale è sempre una: contrazione della domanda di mercato.
Quando facciamo notare i bilanci chiusi in attivo con cifre di otto zeri, ci parlano di crisi dell’auto europea; sostenendo che l’azienda deve le sue fortune alle produzioni nelle economie emergenti.


3.- Per seguire ci interessava capire, qual è stato il ruolo ricoperto dai sindacati burocratici confederali nella vostra vicenda?  

Se partiamo dal presupposto che queste organizzazioni dovrebbero essere dei sindacati di lavoratori, più che di ruolo possiamo parlare di “non ruolo”, ossia del mancato svolgimento di quello che dovrebbe essere il ruolo proprio di un’organizzazione sindacale.
Quello che molti lavoratori notano sempre di più è che stanno scomparendo le care e vecchie lotte per avanzare nell’ambito dei diritti e dei salari.
Oramai il sindacalismo confederale è talmente impregnato nel sistema che non può più combatterlo senza combattere se stesso.


4.- Come Coordinamento CUB Pirelli avete partecipato alla III Assemblea Nazionale di No Austerity, insieme anche ai militanti di Alternativa Comunista che stanno costruendo questo coordinamento contro l'austerità e le misure anti operarie; perchè ritenete importante la costruzione e l'espansione di un coordiamento come No Austerity?

Unire diverse realtà di lotta è un fattore positivo, rafforza la consapevolezza di classe e aumenta l’efficacia offensiva nei conflitti.
Lo stesso processo stiamo cercando di attuarlo sia all’interno dell’universo CUB, che come Coordinamento Pirelli. Di recente abbiamo instaurato una bella collaborazione con le lavoratrici e i lavoratori CUB della Electrolux di Solaro.


5.- Un punto della piattaforma fondativa di No Austerity è la  “nazionalizzazione senza indennizzo e sotto il controllo dei lavoratori delle aziende in crisi, che licenziano o che delocalizzano la produzione”. Credi che possa essere una soluzione, coordinata a livello nazionale, per il massacro sociale che stanno subendo i lavoratori italiani ed europei?

Purtroppo siamo circoscritti da un ordinamento giuridico, autoctono e comunitario, improntato al liberismo sfrenato, dove l’intervento pubblico va bene solo per soccorrere i poteri padronali.
La nazionalizzazione senza indennizzo è uno strumento che difficilmente può avere cittadinanza nel mondo occidentale; specialmente nei settori che non sono strategici per lo Stato. Bisognerebbe rivoluzionare l’intero sistema, ma dobbiamo fare i conti con rapporti di forza a noi sfavorevoli.


6.- Le grandi multinazionali come la Pirelli usano e gettano i lavoratori di tutto il mondo a piacimento, No Austerity è parte anche della Rete Sindacale Internazionale che sta  cominciando a organizzare ai lavoratori a livello internazionale; credi che sarebbero stati di aiuto il supporto e la solidarietà di un’organizzazione sindacale internazionale?

Sarebbe un’arma formidabile! Si avrebbero condivisioni di informazioni e collaborazioni di lotta importantissime. Relazionarsi con una multinazionale attraverso una rete che colleghi i lavoratori di tutti i suoi siti, vorrebbe dire giocare alla pari.


7.- Noi di Alternativa Comunista crediamo che le lotte sindacali debbano svilupparsi anche a livello politico, nel nostro caso crediamo che debbano portare alla rottura ed al rovesciamento di questo sistema economico e sociale basato nel profitto, cosa ne pensi di questa prospettiva?

Abbiamo già dibattuto su questo tema tra noi: l’argomento è tutt’altro che pacifico. Nel nostro gruppo esistono vedute e sensibilità diverse, le persone del nostro coordinamento provengono da storie sindacali e politiche differenti; quindi differenti sono gli orientamenti.
Il nostro focus è e rimane l’azione sindacale, dentro e fuori dalla Pirelli. Ad esempio recentemente abbiamo condotto una protesta contro Sifte Berti, dove il contributo di No Austerity è stato prezioso per il raggiungimento di una conciliazione positiva tra le parti.
È necessario comprendere qual è il processo di formazione e di crescita del nostro coordinamento, i lavoratori che si avvicinano a noi con l’intenzione di unirsi al nostro gruppo lo fanno perché vedono in noi un modo diverso di fare sindacato, dove c’è spazio per la partecipazione e non esiste subordinazione ai diktat delle segreterie sindacali; semplicemente perché in CUB non esistono quelle imposizioni proprie delle strutture verticali e verticistiche.
Se noi dovessimo dare un eccessivo spazio alle prospettive politiche, creeremmo divisioni al nostro interno che potrebbero rallentare o paralizzare il nostro operato fino a rischiare l’inconcludenza. Le tempistiche della vita di fabbrica ci inducono ad accantonare gli aspetti ideologici in favore di un approccio pragmatico verso le varie problematiche che si presentano giornalmente: c’è un problema, confrontiamoci, individuiamo la soluzione migliore e attuiamola. Questo è il compito fondamentale di un sindacato.


8.- Per finire, come è adesso la situazione alla Pirelli e quali sono le vostre prossime  scadenze di lotta (se ci sono)?

Attualmente siamo impegnati nel gestire i problemi scaturiti dal contratto di solidarietà, firmato in fretta e furia dai confederali prima delle vacanze estive, dove nella fase applicativa sono emersi diversi aspetti non previsti (retribuzione, apertura/chiusura impianti, discriminazioni nelle chiamate in riduzione di solidarietà..).
A febbraio inizieremo la discussione per il rinnovo triennale del contratto di 2° livello, dove abbiamo elaborato una nostra piattaforma.
Infine ci stiamo impegnando in una campagna informativa sull’Endometriosi, malattia cronica e invalidante che colpisce tre milioni di donne in Italia. Chiederemo che sia riconosciuta come invalidante ai fini della fruizione della 104 e lo scorporo in tutti i CCNL dal periodo di comporto.

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